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Venerdì, 14 Agosto 2015 12:39

Il vino di Montese In evidenza

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Il titolo è volutamente sensazionalistico, prendiamolo con leggerezza (ma non troppa).

Una delle cose per cui l’Italia è famosa nel mondo è sicuramente il vino. Siamo i maggiori produttori al mondo (assieme alla Francia), e il settore sembra essere uno di quelli che tiene meglio sul mercato. Tuttavia oggi non vogliamo parlare di economia, di redditività, di lavoro; vogliamo parlare di una passione, di un sogno. Quello di poter unire il nostro amore per la terra e per il nettare degli dei, ovverosia il vino.

Il nostro sogno è quello di crescere piante di vite, poter produrre uva, buona uva, e da questa ottenere vino, buon vino.

 

Apparentemente può sembrare un po’ ardito, e in effetti lo è. Ma siamo convinti non sia impossibile. Già in passato si coltivavano le viti nel territorio montesino, per esempio a San Martino, fino al secondo dopoguerra, stando a quello che ci dicono i nostri “vecchi”. Pare non fosse un vino particolarmente pregiato quello che si otteneva da quelle uve, ma ci sono due fattori principali che ci inducono a ritenere non più così scellerata l’idea di produrre un vino totalmente montano e montesino.

  1. Il clima sta cambiando tanto, si è arrivati a produrre vino in Inghilterra, tanto per dare un’idea.
  2. Le tecniche e le conoscenze sono sicuramente maggiori che 40-50 anni fa.

Chi è stato in Alto Adige, tanto per non scomodare la Svizzera o altri territori particolarmente “estremi”, avrà potuto ammirare lo spettacolo dei vigneti arroccati sulle Alpi, che arrivano anche a 1000 metri di quota. Alcuni potranno obiettare che è il microclima ad essere importante, in quelle circostanze, più che il semplice dato di altitudine, e siamo d’accordo. Ma lo riteniamo un esempio indicativo dell’adattabilità della vite a condizioni particolari ed estreme, come quelle che abbiamo noi a Montese, un territorio certamente montano, ma non alpino.

Naturalmente si potrebbe discutere per ore, magari a tavola, con una crescentina e un bicchiere di vino in mano magari, su quanto l’idea del vino di Montese sia realizzabile o meno.

Per avvalorare le nostre tesi, noi dell’Azienda Agricola La Padulla abbiamo deciso di fare una prova e nel 2013 abbiamo piantato il nostro piccolo vigneto. Lo abbiamo pensato come un vigneto sperimentale, in cui utilizziamo però tecniche e accorgimenti tipici di un vigneto in grande scala. I nostri obiettivi erano i seguenti: 1) capire se la vite cresce e può sopravvivere nel nostro territorio 2) capire quali sono le varietà che meglio si prestano al nostro clima 3) capire quale sia il vino che si può ottenere.

Nei prossimi articoli descriveremo più nel dettaglio il nostro esperimento, nel frattempo speriamo suscitare un minimo di curiosità e ci piacerebbe conoscere le vostre impressioni, idee, domande che saranno gradite e a cui non faremo mancare risposta. Se anche voi o qualche vostro conoscente condivide la passione per la viticoltura nel nostro territorio montano e per la produzione di vino fatto in casa fateci sapere, ci piacerebbe conoscere le vostre esperienze.

Nel frattempo vi auguriamo una buona giornata.

Lo staff Gualandi, La Padulla.

PS: le immagini ritraggono una pianta di Moscato e una di Pinot nero. Entrambi vini di Montese, naturalmente!

Letto 3248 volte Ultima modifica il Lunedì, 11 Marzo 2019 17:27

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